Associazione per la difesa del suolo e delle risorse idriche

LEGGE REGIONALE 30 MAGGIO 2025 N. 7: DISCIPLINA REGIONALE DELL’UTILIZZO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE E DISPOSIZIONI DIVERSE.

Il 30 Maggio il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità il disegno di legge “Disciplina regionale dell'utilizzo delle acque superficiali e sotterranee” per regolamentare in maniera organica e puntuale la ricerca, l'estrazione e l'utilizzazione delle acque sotterranee, la derivazione e l'utilizzazione delle acque superficiali nel territorio.

Il risultato appare notevole in quanto la Puglia è notoriamente una delle regioni italiane più aride e vulnerabili alla siccità: in media 640 mm di pioggia all’anno, il valore più basso tra le regioni d’Italia, e di questa acqua ben l’89% va perduto​. La crisi idrica si è aggravata negli ultimi anni: a inizio 2025 i principali invasi registravano volumi drasticamente ridotti rispetto all’anno precedente: ad esempio la diga di Occhito sul Fortore disponeva di appena 31,5 milioni di m³ d’acqua, contro i 115 milioni di m³ di gennaio 2024. La situazione è diventata tanto grave da far temere l’emergenza di un confronto acceso sullo sfruttamento delle acque del bacino tra il Molise, la Puglia e la Campania.

Con questo atto si è dato seguito a quanto ratificato nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque Regionale che invocavano una norma di riordino della disciplina delle concessioni idriche per il perseguimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e di controllo del bilancio idrico e per portare a compimento l'attività di riordino della materia anche dal punto di vista delle modalità di gestione dei procedimenti amministrativi.

La norma ha ribadito un principio basilare: la priorità dell'uso della risorsa idrica per consumo umano di fronte a qualsiasi altro uso e, in condizioni emergenziali di ridotta disponibilità idrica, sempre dopo che sia garantito il consumo umano, la priorità dell'uso agricolo.

Sono diversi gli elementi di novità introdotti con particolare riferimento alla regolamentazione in materia di: derivazione e utilizzazione delle acque superficiali, sospensione, decadenza, rinuncia e revoca della concessione per le acque superficiali e sotterranee, nonché in materia di canoni di concessione.

La normativa è molto articolata ed equilibrata e sembra caratterizzata da un sano realismo che tende a conciliare le richieste legittime avanzate dalla categoria degli agricoltori pugliesi e le esigenze ambientali, altrettanto legittime, di salvaguardia quantitativa e qualitativa delle risorse idriche. Non a caso le organizzazioni professionali agricole pugliesi hanno espresso un loro sostanziale apprezzamento.

Il nuovo testo apporta alcune modifiche significative alla regolamentazione vigente, con specifico riferimento alla durata delle concessioni di acque superficiali e sotterranee, fissandola come massimo a 15 anni rinnovabile.  Il titolare della concessione, ai fini del monitoraggio delle acque prelevate, ha l'obbligo di produrre ogni tre anni il certificato delle analisi chimiche e batteriologiche previste degli allegati al provvedimento di legge.

Novità più originale è la norma in cui si stabilisce, per l’emersione delle utenze in attesa di autorizzazione e per la regolarizzazione dei pozzi e degli emungimenti sia di acque sotterranee e di acque superficiali, un’autorizzazione temporanea di 270 giorni all'estrazione e utilizzazione di acque.

 

Per le acque sotterranee si è deciso di applicare, per la regolarizzazione delle esistenti utenze non riconosciute, il principio di progressiva decurtazione dei volumi e delle portate sia all'atto di rilascio del provvedimento di concessione che all'atto dei successivi rinnovi, per tutte le utenze ubicate in aree di vietato emungimento o all'interno di un'area buffer di raggio pari a 1 km attorno a opere di captazione delle acque sotterranee per consumo umano potabile di pubblico interesse

Vengono ridefiniti i canoni di concessione delle acque pubbliche secondo il criterio binomiale, in ottemperanza al d.m. 39/2015, al d.m. 31 dicembre 2022.

Per le derivazioni idriche sotterranee ubicate in zone vulnerabili ai nitrati (ZVN), è vincolato il rilascio di nuove concessioni ad uso irriguo, o il rinnovo di quelle in essere, al rispetto delle disposizioni di cui alle Norme Tecniche di Attuazione del vigente Piano di Tutela delle Acque e di cui al Programma d'azione Nitrati.

L’unica perplessità che rimane consiste nel fatto che la normativa è così articolata e complessa che lascia qualche dubbio sulla sua gestione pratica. In questo senso ci si augura che le amministrazioni a tutti i livelli operino in coordinamento in linea con i piani territoriali di riferimento.

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