Nella memoria del 1847 il direttore generale di Ponti e Strade sviluppò un accurato resoconto delle opere eseguite in sinistra e in destra del Volturno, sul litorale tra Cuma e Coroglio e nella valle del Sebeto a est di Napoli. Si trattava per lo più di bonificamenti parziali, disposti fin dal 1837 mentre maturavasi il progetto di bonificare il bacino inferiore del Volturno. Con il reale rescritto del 9 marzo 1839 fu finalmente approvato un piano generale di bonificamento che consentì di mettere mano a qualche nuova opera. Grazie agli interventi effettuati prima e dopo il rescritto – conclude il Direttore – si sono prosciugate tutte le campagne abbastanza elevate sul livello del mare. Né di più era lecito attendersi, data la penuria di mezzi messi a disposizione dal governo e la mancanza di una legge organica sulle bonifiche, che sarebbe stata emanata solo nel 1855.
Qualche lodevole tentativo fu fatto anche per sperimentare la riuscita della bonifica per colmata, benché intendimento del sovrano fosse che prima si dasse opera al bonificamento per essiccazione, ed a questo fine ordinò che si componessero i relativi progetti.
Il racconto è accompagnato da numerose riflessioni sui motivi del fallimento di molte opere e sulle contraddizioni insite nelle stesse strategie di governo del territorio attraverso la formazione di un corpus normativo. Infatti è nella natura degli uomini che alcuni per privato interesse, o per ignoranza o per negligenza trascurino o infrangano le regole dirette a conseguire la pubblica utilità. Essendo perciò necessario che l’Amministrazione pubblica costringa i trasgressori ed i negligenti all’osservanza delle regole anzidette, non si può evitare che avvengano vessazioni e si pecchi di rigore, qualora sieno estese le attribuzioni di coloro a’ quali è confidata la cura d’invigilare sull’osservanza de’ regolamenti. All’incontro questi ultimi non avranno alcuna efficacia, se le attribuzioni anzidette sieno troppo limitate.